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Demonte ospita la proiezione del film 'Fuga in Francia'

Oulx.org alle 01:33 del 6 agosto 2009 scrive

Giovedì 6 agosto alle 21.30, presso i Giardini di Palazzo Borelli a Demonte, avrà luogo la proiezione del film di Mario Soldati 'Fuga in Francia' (1948), con Folco Lulli, Rosi Mirafiore, Enrico Olivieri, Pietro Germi, Gino Apostolo. L’iniziativa, organizzata dall’associazione culturale Marcovaldo, è il terzo appuntamento della rassegna di film di montagna 'Incontri con il cinema ed il paesaggio di montagna' e si inserisce all’interno del programma di attività 2009 dello Spazio Lalla Romano curato da Giovanni Tesio 'Per incontrare Lalla'. L’ingresso è libero. Per maggiori informazioni rivolgersi al numero verde della Regione Piemonte 800-329329.

Costruito su un robusto e affastellato copione nel quale s'intrecciano con efficacia due temi di attualità nel primo dopoguerra (il fascismo, l'emigrazione clandestina) e al quale contribuirono, tra gli altri, Ennio Flaiano, Emilio Cecchi e Cesare Pavese, è uno dei migliori film di Soldati (che vi compare) e uno degli otto in cui si riconosce. Vi riuscì a contemperare la spinta etica del neorealismo con le influenze formali dell'espressionismo americano (Orson Welles). Nella stagione dei trionfi del neorealismo, Mario Soldati dimostra di essere un regista capace di realizzare film diversi da quelli 'calligrafici' e 'formalisti' fatti fino ad allora ('Piccolo mondo antico', 'Malombra'). In 'Fuga in Francia', infatti, riesce ad amalgamare in modo gradevole umori diversi provenienti in parte dalla maniera neorealista, in parte dal noir americano, senza peraltro trascurare la confezione raffinata dello spettacolo 'popolare'.

La trama. Dopo la liberazione, l’ex-gerarca fascista Riccardo Torre (Folco Lulli), ricercato per crimini di guerra, evade dalla prigione e si rifugia nel Real Collegio 'Carlo Alberto' di Moncalieri, il cui rettore, suo amico d’infanzia, gli procura un abito civile e del denaro. Si unisce a lui il figlio Fabrizio (Enrico Olivieri), allievo del collegio. Insieme si recano a Oulx, presso il confine francese. La cameriera dell’albergo, Pierina, riconosce in Torre il suo padrone d’altri tempi. Torre, temendo che Pierina lo denunci, la uccide; poi parte con Fabrizio. In alta montagna incontrano tre persone, che hanno conosciuto a Oulx: Gino e Tembien, operai, ed un suonatore, detto 'il tunisino'. Nel rifugio, dove i cinque si riparano dalla tormenta, il tunisino da una foto su un giornale riconosce il gerarca, condannato in contumacia come criminale di guerra. I tre lo riducono all’impotenza con l’intenzione di giustiziarlo sul posto, ma la presenza del piccolo Fabrizio li fa desistere e di comune accordo decidono di ritornare indietro e di consegnare Torre al più vicino posto di polizia. L’ex-gerarca riesce però a corrompere il tunisino e a fuggire con lui. Gino, Tembien e Fabrizio sorprendono i due in un’abitazione disabitata, dove si sono rifugiati. Torre spara, ferendo involontariamente Fabrizio, poi fugge. Mentre sta per mettersi in salvo, Torre vede venire l’autoambulanza col figlio ferito: si avvicina e viene preso. Fabrizio troverà in Tembien un secondo padre.

Link all'articolo originale: http://www.targatocn.it/it/internal.php?news_code=69652&cat_code=36

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