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La storia di Oulx

La storia del Paese, dalla prima migrazione in Val di Susa ad oggi

Vedi anche: Armando Mottura

Visita la pagina dedicata ad Armando Mottura, poeta piemontese.

I primi insediamenti

I primi uomini entrarono nella nostra valle circa cinquemila anni fa. Le uniche tracce lasciate dai nostri antenati sono strumenti di pietra come asce di colore verdastro, rivenute nella frazione Plan di Oulx, dove si trovò inoltre uno spillone di bronzo (contenuto in un teschio di uno scheletro racchiuso in una tomba di pietra) forse appartenente alla civiltà di Hallstatt (800-500 a.C.).

Nel periodo che va dagli anni in cui furono costruiti i sopraccitati strumenti litici a questo spillone non si rimane quasi alcuna traccia. Quasi certamente i primi uomini insediatisi in questa valle erano liguri o, secondo altri studiosi, protocelti che avevano già iniziato ad utilizzare il valico del Monginevro per viaggi e scambi commerciali. Dopo il 500 a.C. le orde celtiche di Belloveso passarono tale valico (si narra che costui fondò anche Milano ed alcune città dell’Italia settentrionale) e probabilmente impose la sua Legge anche in Valsusa: questo comportò un radicale cambiamento per le popolazioni locali che furono sovrapposte dalle nuove e più evolute tribù celtiche. Forse Cesana o Oulx divenne la capitale di un regno alpino che andava dal Monviso al monte Levanna, estendendosi sulle valli di Pinerolo, di Susa e di Lanzo.

Giulio Cesare

Al tempo del passaggio di Giulio Cesare nel 58 a.C. le tribù che a quel tempo abitavano la valle erano sotto il dominio del re Donno, padre di Cozio (che diede il nome alle Alpi omonime, all’epoca Alpes Cottiae) che sotto Augusto si ridusse all’obbedienza di Roma nel 13 a.C.. Quest’ultimo eresse ad Oulx (forse in ricordo della sua vittoria su Cozio) un tempio dedicato a Marte.

Da questo momento questo villaggio cominciò a chiamarsi col nome di Ad Martis. Secondo altri il nome del paese deriva dal nome “Ocleum”, nome che i celti attribuivano a città di grande importanza e che deriva, a sua volta, da Ucellus (Eccelso), nome di una divinità celtica.

Oulx da allora divenne una stationes, ovvero una mansiones (vere e proprie tappe giornaliere dove si trovavano edifici pubblici attrezzati per dare l’ospitalità all’imperatore e almeno ad una parte del suo seguito) presso cui stanziava un corpo di polizia che aveva il compito di vigilare sul traffico stradale e di combattere il brigantaggio. Tra i personaggi che soggiornarono in questo paese si ricorda Caligola nel 40 d.C. di ritorno da una sua campagna nordica, Annibale nell’autunno del 218 a.C. e Galba (il primo a regnare nell’anno dei quattro imperatori, il 69 d.C., seguito da Otone, Vitellio e Vespasiano) nel ’68 diretto a Roma per mettere fine al governo di Nerone (15 dicembre 37 – 6 giugno 68, pronipote di Augusto).

Nel 70 passò per Oulx Petillio Ceriale in testa alle sue truppe inviate da Vespasiano per domare la rivolta di Giulio Civile nelle Gallie. Nella metà del terzo secolo d.C. la valle si schierò dalla parte di Gallieno (famoso per la sua riforma dell’esercito) il quale soggiornò ad Oulx per riconfortare e riorganizzare la sua guarnigione. Dopo poco più di vent’anni il paese ospitò l’imperatore Massimiliano durante una traversata invernale delle Alpi Cozie. Il sistema di governo di quest’ultimo era destinato a fallire molto presto, ma dal valico del Monginevro passò Costantino.

Si sa che Susa, legata a Massenzio, rivale di Costantino, si oppose e ne rimase prima assediata e poi incendiata. Probabilmente Oulx, essendo priva di mura difensive, inviò le proprie truppe a Susa per cercare di bloccare la strada al nuovo imperatore. Non è possibile sapere, a causa di mancate informazioni, se Oulx abbia subito qualche rappresaglia per la circostanza, anche se alcune ripercussioni si sono avute nel periodo in cui Costantino I salì al potere. L’editto di Milano del 313 d.C., che concedette la libertà di culto nell’impero e con il quale terminarono le persecuzioni contro i cristiani, pose le premesse per la cristianizzazione del tempio dedicato a Marte.

Nella frazione San Marco, dove oggi sorge una cappella, furono trovate tracce di una necropoli sopra la quale probabilmente fu eretta un’edicola dedicata al dio della guerra. Questa cristianizzazione incontrò molti ostacoli prima di affermarsi come religione a causa della durezza dei montanari molto attaccati alle tradizioni druidiche. Ma la cristianizzazione di Oulx e delle sue valli si intensificò dopo che fu eretta la sede episcopale di Torino, e S.Ambrogio vi inviò il suo discepolo S.Massimo sennonché alle deboli frontiere premevano sempre più forti i barbari. La nostra valle fu tra le prime terre ad essere coinvolte nel disordine. Intorno al 402 si vedevano passare per le strade del paese bande di predatrici dei Goti diretti al Monginevro. Verso la metà del V secolo passarono le orde degli Unni e quindi le milizie vittoriose di Ezio, l’ultimo dei Romani.

Saccheggi e devastazioni

Dopo questo periodo Oulx fu soggetta a periodi di saccheggi e devastazioni alternati a periodi di pace; alle guerre si aggiunsero carestie e pestilenze. Nel 574 passarono i Longobardi e Susa fu fortificata ad opera di Sisinnio che allora governava la valle a nome dell’imperatore di Bisanzio, ma nulla egli potè fare a difesa della valle, che fu lasciata in balia dagli invasori. Dopo la morte di Sisinnio si impossessò della valle il re Gontranno di Borgogna il quale eresse una nuova diocesi con doppia sede episcopale: una a Susa e l’altra a St. Jean de Maurienne. Oulx, insieme agli altri paesi della valle, passò così sotto il nuovo vescovo. Dei secoli successivi non si sa quasi nulla anche perché le lotte dei Longobardi contro il papato e la dinastia dei Merovingi in Francia stringeva la valle in una morsa. Erano finiti i tempi del traffico intenso che animava la via coziana, anche se ad Oulx sopravviveva un residuo di stazione affidata a sacerdoti e religiosi. Del resto il brigantaggio dominava la valle e il paese era circondato da bande di rapinatori che attaccavano i villaggi (si pensi ad esempio alla banda di Ebrado, sgominata solo nel 773 forse ad Exilles con l’arrivo di Carlo Magno).

Ma dal 618 alcuni discepoli del monaco Jonas in una sosta ad Oulx provocarono un imponente risveglio religioso tra gli umili e riuscendo, almeno in parte, ad umanizzare i feroci costumi della corte merovingia. Nel 726, Abbone, governatore di Susa e Moriana, fondò la Novalesa che fu in rapporti economici e spirituali con Oulx (lo si può dedurre anche da un documento in cui, un certo Unnone, donò al monastero i suoi beni situati ad Oulx). La fondazione di questo monastero diede una spinta all’economia della valle ma aveva nello stesso tempo contribuito alla decadenza di Oulx ed in generale dell’alta valle “dirottando” gran parte del traffico diretto al Monginevro verso il nuovo passo del Moncenisio (chiamato anche “Il grande valico”) prediletto per tutto il medioevo. Nel 773 la vittoria di Carlo Magno sui Longobardi aveva aperto le strade ad un’età nuova (la cosiddetta Età Carolingia) che terminò con la deposizione di Carlo il Grosso nel 888.

Seguì un periodo di scorribande ungare e saracene. In seguito, nel 906, i monaci novaliciensi fuggirono prima a Torino poi a Breme, e nella valle fecero il loro ingresso i saraceni la quale invasione fu maggiormente avvertita ad Oulx. Per più di meta del secolo X i Saraceni spadroneggiavano nella valle che lentamente si andò spopolando. Verso la fine del secolo gli invasori si arroccarono sui valichi e presso altri passaggi obbligati per rapinare mercanti e pellegrini, nonché personaggi illustri come vescovi e abati. Forse la torre (che la tradizione in seguito chiamò “Torre saracena”, maggiori approfondimenti nella sezione Monumenti) di Oulx era uno di questi posti di blocco.

La ripresa dell'antica importanza

Verso la metà del X secolo, Ottone I, il restauratore tedesco del Sacro Romano Impero, diede una nuova speranza agli abitanti non solo della zona, ma di tutta l’Europa. Nella nostra valle compì quest’opera il marchese Arduino detto il Glabro, il quale, insediatosi ad Avigliana, ricostruì chiese e fondò monasteri in Valsusa. La sua missione fu ripresa dai suoi successori. Oulx iniziò a rifiorire e riprese la sua antica importanza. Risorsero le chiese di S.Lorenzo e S.Pietro, nate forse con i primi cristiani. Alla morte di Adelaide (1091) l’Alta Valle apparteneva praticamente tutta ai Signori d’Oltrape (i Delfini). Questo non nocque al destino di Oulx e forse ne favorì addirittura il risveglio e la crescita. I pellegrini ed i viaggiatori tornarono per trovare conforto e ristoro.

Con la Magna Charta, un documento firmato dal vescovo di Torino (30 aprile 1065) Cuniberto, venne ricompensato il giusto riconoscimento per i sacrifici, fu consacrata ufficialmente la Prevostura Ulciense, detta di S.Lorenzo de Pleme Martyrum (Pieve dei Martiri), furono donate quarantuno chiese alla nuova Pievania (tra cui quella di San Giovanni Battista a Cesana, San Gregorio a Savoulx, San Michele a Beaulard, S. Maria e S.Ippolito a Bardonecchia e quella di Salbertrand, ma anche alcune di Bussoleno, Bruzolo Mattie, Foresto). La storia di Oulx tra l’XI ed il XVIII secolo va profondamente legata alle vicende della Prevostura, la quale divenne sempre più potente dal punto di vista economico. Un evento significativo di questo fatto può essere il violento scontro con lanci di pietre che avvenne quando i religiosi commissionarono la costruzione di una nuova diga per prevenire lo straripamento della dora: il popolo, contrario, sosteneva che in caso di alluvione le pianure adiacenti sarebbero state allagate. Per sopprimere la rivolta, i religiosi portarono sul luogo dei lavori il Santissimo Sacramento: la popolazione smise le ostilità e la diga fu portata al termine. La crisi che portò alla fine del medioevo e la nascita dell’età moderna segnò la storia di Oulx.

Nel 1183 il Delfino Ugo veniva personalmente nel paese a riscuotere le taglie, un evento dopotutto sopportabile. Diverso era invece il caso degli esattori e degli inquisitori, sempre più arroganti ed esosi, tanto che ad un certo punto le popolazioni dell’Alta Valle e del Brianzonese iniziarono una ribellione dove vi fu spargimento di sangue. Nel 1343 il Delfino Umberto II convocò, nel castello di Beauvoir en Royans, i rappresentanti delle singole comunità. Il Delfino ratificò e confermò i diritti, le franchigie, gli usi e costumi locali antichi e ampliò alcune libertà in cambio di 12.000 fiorini. Da questa esperienza nacquero le federazioni tra le varie comunità, che in seguito si chiamarono “escarton”. Oulx divenne il centro dell’escarton, con tanto di suoi deputati eletti a suffragio universale nel parlamento Delfinale di Grenoble.

Pochi anni dopo, Umberto II si ritirò in un convento di domenicani e il 30 marzo 1349 (trattato di Romans) il Delfinato passò alla corona di Francia (anche se con alcuni contrasti). Il confine francese passò tra Gravere e Chiomonte finché, il trattato di Utrecht del 1713, restituì l’Alta Valle di Susa ai Savoia. Con il passaggio di Carlo VIII (diretto nel Regno di Napoli) e del suo esercito, gli abitanti di Oulx ottennero, come “risarcimento” per i danni causati delle truppe, il permesso di stabilire nella propria cittadina una “fiera franca”, cioè esente dalle imposte. Il transito delle truppe francesi guidate da Francesco I dirette in Lombardia in Oulx provocarono violenze, banditismo, peste e ribalderie d’ogni specie tanto che fu fondato un ospedale militare. La nuova corrente religiosa che ormai aveva conquistato la Francia, il calvinismo, si diffuse anche in Valsusa, entrando in contrasto con il cristianesimo. Soltanto nel 1598 con l’Editto di Nantes, che conferiva la libertà di culto, gli scontri si placarono.

Il Regno di Sardegna

Nella casa Abaziale il 28 Aprile 1799 fu ospitato papa Pio VI, sulla via dell'esilio. Nel corso dell'800 Oulx e la sua Valle seguiranno le sorti del Regno di Sardegna, l'evento che muterà radicalmente l'economia e le abitudini locali, sarà il traforo ferroviario del Frejus ultimato il 25 dicembre 1870. Oulx, nonostante il passare dei secoli, ancora oggi conserva la vecchia struttura tripartita: Vière, Plan e Abadia. Nel corso dell'ultimo secolo, dopo il boom dell'era ferroviaria, sarà la motorizzazione individuale di massa il motore di scambio economico commerciale, nonchè il fattore principale dei flussi turistici.


Bibliografia

  • S.Savi, N.Bartolomasi, M.Bermond, A.Giacone - F.Bianco, G.Cordola, E.Rossetti Brezzi, G.Jaime, Oulx - La Chiesa, l'arte, la storia, Editrice S.D.S - Susa
  • C.Mondino, B.Murzio, M.Teixeira, Oulx - la torre delfinale, Edizioni del Graffio